Cicatrici da ustione: come prendersene cura
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Le ustioni sono più frequenti di quanto si creda: basta un attimo e ci si può ritrovare con una scottatura. Ma come prendersene cura e minimizzare la cicatrice?
La pelle può bruciarsi e può capitare molto più spesso di quanto si creda: il sole preso senza protezione, il ferro da stiro toccato inavvertitamente, la pentola d’acqua bollente che si rovescia, la pirofila presa dal forno senza prestare attenzione…
Sono molte le situazioni in cui ci si può ustionare.
Cosa fare quando succede? Come prendersi cura di una cicatrice da ustione?
Ecco il vademecum con tutte le informazioni da sapere.
Quando ci si ustiona, le cellule della pelle muoiono e producono una proteina chiamata collagene, che aiuta a guarire ferite trasformandole in cicatrici da ustione.
Le cicatrici non sono altro che alterazioni della pelle in via di guarigione; un processo che può durare fino a 2-3 anni, durante i quali la cicatrice muta forma e colore, a volte può prudere e, fortunatamente, attenuarsi.
Per le ustioni lievi, le cicatrici possono essere superficiali e, in genere, diventano quasi impercettibili fino a volte a scomparire.
Per le ustioni più gravi, invece, c’è il rischio che le cicatrici possano segnare la pelle in modo permanente.
In base alla profondità della lesione e alla gravità, le ustioni sono classificate in 4 tipologie:
Vediamo ora che tipologie di cicatrici si possono formare in conseguenza ad un ustione.
Esistono vari tipi di cicatrice ma, in genere, quelle più frequenti in caso di ustione sono:
Sono cicatrici in rilievo, calde e pruriginose al tatto.
Questo perché i vasi sanguigni sottostanti sono maggiormente sollecitati; ecco perché le cicatrici ipertrofiche appaiono rosse o rosa e sono più spesse.
Le cicatrici cheloidee sono ben visibili e in rilievo, talvolta sensibili al tatto.
In principio, il cheloide è di colore rosa o violaceo, ma poi vira verso il rosso-marrone man mano che passa il tempo. Inoltre, si espande oltre i bordi della ferita.
La maggior parte delle cicatrici da ustione di 3° o 4° grado sono raggrinzite e risultano lucide in superficie.
Dato che le ustioni di questo tipo coinvolgono anche i tessuti più profondi, la cicatrice che ne deriva può impedire i movimenti.
Le ustioni più superficiali, ovvero quelle di 1° grado, raramente lasciano cicatrici, mentre le altre possono avere esiti cicatriziali, più o meno importanti.
Quelle di 2° grado in genere non lasciano cicatrici, a meno che le vesciche non si infettino.
Le ustioni più gravi, invece, generano cicatrici evidenti da trattare secondo indicazione medica.
In ogni caso, man mano che passa il tempo, se è in corso una sana cicatrizzazione, perdono il loro colore originario, si appiattiscono, diventano meno spesse fino a diventare quasi impercettibili.
Nel caso delle ustioni di 1° grado, si può ricorrere all'automedicazione. Ma dalle ustioni di 2° grado a salire, è bene consultare un Medico.
In alcuni casi, potrebbe rendere necessario l’intervento chirurgico.
Vediamo di seguito le possibilità di trattamento.
Per prima cosa, consultare un Medico.
In genere, viene prescritta una crema specifica per ustioni da applicare sulla ferita per accelerare il processo di guarigione e coprire con una garza sterile, per proteggere la zona e prevenire eventuali infezioni.
In questi casi è necessario recarsi immediatamente al Pronto Soccorso.
Soprattutto per le ustioni più gravi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico e successivamente, il supporto di un fisioterapista per recuperare la mobilità delle zone colpite.
Inoltre, in base alla posizione dell’ustione, potrebbe essere consigliato indossare indumenti compressivi sopra la ferita.
Per le ustioni più lievi e ridotte, le ferite che si formano possono essere trattate in autonomia per favorire la cicatrizzazione e far sì che i segni che ne deriveranno siano il più lievi possibile.
Una buona cicatrizzazione permette di trasformare la ferita in una sana cicatrice che, nel migliore dei casi, tenderà a sfumare nel tempo.
Subito dopo la bruciatura, è necessario mettere immediatamente la zona colpita sotto dell’acqua fresca.
Dopodiché, si può ricorrere a prodotti naturali, con sostanze ad azione lenitiva ed emolliente, in modo da prevenire la formazione di bolle d’acqua e vesciche.
Ad esempio, l’applicazione di gel di aloe vera, direttamente prelevato dalla foglia della pianta, su un ustione di 1° o 2° grado può aiutare a ridurre l’infiammazione, con effetto rinfrescante.
Un antico rimedio per curare le ferite è anche il miele che, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antibatteriche, può favorire la guarigione della pelle ustionata.
Una volta che la ferita è completamente guarita, è possibile applicare alcuni prodotti in modo da favorire l’idratazione della cute che circonda la cicatrice, evitando prurito e tensione.
Applicare quotidianamente, con massaggi circolari, un olio specifico per la cura della pelle, come Bio-Oil, può aiutare a mantenere la cicatrice nutrita ed idratata, accelerando il processo di rigenerazione e il recupero dell’elasticità perduta.
Infine, è fondamentale l’utilizzo di una protezione solare SPF+50 che protegga la cicatrice dai raggi UV, non solo nel periodo estivo, prevenendo sgraditi fenomeni di iperpigmentazione.
Per le cicatrici più gravi, nei casi in cui il trattamento non fosse sufficiente, sono disponibili una serie di opzioni da valutare con il proprio Medico per migliorare il loro aspetto estetico.
Eccone alcuni esempi:
Bio-Oil, in Formula Classica o 100% Naturale, è un olio dermatologico appositamente studiato per trattare diverse problematiche che alterano l’aspetto della pelle, tra cui le cicatrici.
Entrambe le formulazioni di Bio-Oil promuovono la rigenerazione delle cellule e nutrono la zona cicatriziale, restituendo il massimo livello di elasticità perduta e migliorandone la capacità di recupero.
Inoltre, questi prodotti minimizzano la sensazione di prurito e riducono l’infiammazione spesso associata alle nuove cicatrici.
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